Interdizione Perpetua

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di Gaetano Di Vaio (Ita, 2012, 70') Mercoledì 2 h 18,05 CM5 (circa) SchermoNapoli Doc Sezione 3 La negazione dell'accesso, l'impossibilità di partecipare. L'interdizione perpetua è un paradosso. Impossibilità di partecipare alla vita della società. Vite alla periferia di Napoli, come ci saranno in tutte le periferie del mondo, a cui sembra negato l'accesso ai diritti più elementari. Il diritto ad un lavoro, ad un reddito, alla sopravvivenza. Forse come in altre periferie del mondo, a Napoli si cerca di superare le mancanze dello stato con fantasia, reinventandosi un lavoro. Per esempio la raccolta del ferro vecchio. Un lunga notte di ricerca tra i cassonetti dei rifiuti può fruttare anche qualche decina di euro. Ed ecco un altro paradosso. I nostri protagonisti multati, arrestati o privati del mezzo di trasporto per aver commesso quello che si è deciso essere un reato. Una città che non riesce a smaltire i propri rifiuti e punisce chi, senza reddito, ricicla il ferro vecchio con mezzi propri. Paradossi su paradossi. E intanto la condizione di chi è ai margini della società diventa sempre più insostenibile. “Sono partito con la valigia di pelle e sono tornato con quella di cartone”, dice ad un certo punto Peppe. Peppe era un “saponaro” o “piattaro”, ora emigrato, anche lui faceva il rigattiere quando ancora non si rischiava la galera; tra il percorso di chi tenta di riciclare di notte il ferro vecchio e chi insegue i pacchi di aiuti che la Caritas può destinare a poche famiglie, incontriamo le vite e le difficoltà di chi è condannato a perpetua interdizione.

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