E’ indubbiamente il miglior film di Munzi. Luciano, allevatore di capre, è il maggiore di tre fratelli, integerrimo non ama la dissolutezza e l’illegalità degli altri due. In particolare Luigi è un trafficante di droga ma anche Rocco che abita ed è sposato a Milano ha dei traffici con degli imprenditori. Tutta la tragedia scatta quando Leo, figlio di Luciano, decide di sparare a una saracinesca di un locale di proprietà di un clan. Da qui ci sarà una serie di omicidi a scopo mafioso che porterà Luciano alla follia omicida. Al contrario di Garrone che cerca vie più moderne e anche se vogliamo al passo coi tempi, Munzi cerca la struttura tradizionale ma riesce ad approfondire molto meglio le psicologie dei personaggi senza ritmi accattivanti ma con una direzione degli attori esemplare. Il film giustamente riceve innumerevoli premi tra cui il Premio Pasinetti alla Mostra di Venezia, ben nove premi ai David di Donatello, due Ciak d’oro e tre Nastri d’Argento. Tanto di cappello.
