La Sala Azzurra

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Regia Antonello Cossia, Video Francesco Afro de Falco; da Georges Simenon, La camera azzurra (2008) Georges Simenon ha scritto il romanzo La camera azzurra nel 1963. E' una storia carica di un'attrazione fortemente erotica. La coppia di protagonisti, ancora giovanili e piacenti nel corpo, è totalmente risucchiata dal vortice, che i due alimentano ogni volta che si incontrano. Una forza centrifuga, li attrae fortemente verso l'interno, inducendoli a restare quasi fermi al centro della storia. Nell'adattamento teatrale ispirato al romanzo, tre attori giocano l'intera partita. Bruno e Manòn – coinvolti nell'intreccio amoroso, che li legherà indissolubilmente fino al drammatico epilogo della loro passionale, travolgente relazione. Il giudice Renaud – gestisce il ritmo complessivo. E' una sorta di coro monodico, che tesse i fili della storia, ricomponendola grazie ad un'architettura psichica, fatta di domande e ricostruzioni degli accadimenti. Manòn, tiene vivo il potente ricordo della passione vissuta, tra immaginazione e realtà. Si giunge così ad un finale di partita, tragico, ma paradossalmente eterno, per i due amanti, elementi chimici in relazione, in una natura che non trova la sua collocazione nel complesso gioco dei ruoli sociali. Una condizione, un atteggiamento intriso di filosofia epicurea, dove la pratica di vivere e di amare, non comporti il sacrificio di autonomia e indipendenza. In questa scelta c'è la volontà, precisa, di recuperare una tensione vitale, schiacciata culturalmente da secoli di senso di colpa, senza il quale probabilmente si eviterebbe uno degli atteggiamenti più deleteri della nostra società: l'ipocrisia, che tutto falsa e tutto rende algido e freddo.

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