Luigi Ciaravola, in arte Gigione, domina i palchi delle sagre e delle feste di piazza italiane, portando con sé l’universo di canzoni che ondeggiano tra il sacro e il profano, tra il doppio senso e la devozione, tra il bene e il bene. Ai suoi piedi, accecato dalle luci psichedeliche e dal miraggio di una felicità spicciola, il popolo di seconda mano, perennemente schivato dalla ribalta nazionale, perché reo confesso del più grande peccato di questo secolo. La semplicità.