Nato a Parigi il 3 dicembre 1930 in una ricca famiglia di origine elvetica, Jean-Luc Godard sfugge agli orrori della guerra passando l'adolescenza in Svizzera. Torna a Parigi soltanto nel 1948, per frequentare il liceo e per studiare alla Sorbonne. Proprio durante gli anni dell'università, inizia a frequentare i cine club del Quartiere Latino e lì conosce François Truffaut, Jacques Rivette e Erich Rohmer. Nel 1950, fonda insieme a Rivette e Rohmer la 'Gazette du cinéma', cinque edizioni tra il maggio e il novembre dove Godard scrive recensioni firmandosi con lo pseudonimo di 'Hans Lucas'. Nel 1952, inizia a collaborare come critico e saggista con i Cahiers du cinéma e nel frattempo realizza alcuni cortometraggi. Il suo primo film risale al 1960 ed è il capolavoro che segna l'inizio della Nouvelle Vague. Fino all'ultimo respiro, da alcuni detrattori accusato di formalismo, ma apprezzato dai più per la sua originalità, cambia profondamente le regole cinematografiche e influenza buona parte del cinema francese (e non solo) degli anni a venire. I suoi film successivi continuano a far discutere. Le petit soldat (1960) viene accusato di qualunquismo e proibito dalla critica francese per due anni, La donna è donna (1961) è un bizzarro documentario a episodi che divide pubblico e critica. Nel 1962, Godard realizza Questa è la mia vita e vince il Premio speciale delle Giuria al Festival di Venezia. I suoi film continuano a proporre, quasi ossessivamente, lo stesso tema. Tutti si interrogano sul significato ultimo dell'opera cinematografica e tutti mettono costantemente in discussione la funzione stessa del mezzo cinema. Ma la poetica di Godard continua ad evolversi, a cercare nuovi spunti di narrazione attraverso un continuo percorso di crescita, teso verso la conquista della 'verità'. Nascono così Il disprezzo (1963) ispirato a un romanzo di Moravia, e nello stesso anno Ro.Go.Pa.G., film a episodi frutto della collaborazione di Jean-Luc Godard con Roberto Rossellini, Ugo Gregoretti e Pier Paolo Pasolini. Il 1965 è l'anno di un altro capolavoro assoluto, Il bandito delle undici, vero e proprio poema cinematografico sulla disperazione e il disorientamento il cui protagonista incarna e deforma i pensieri, i sogni, i desideri dello stesso Godard. Dopo l'aspro Due o tre cose che so di lei (1966), ricchissimo di nuove proposte linguistiche, Godard realizza nel 1967 La cinese, Premio Speciale della Giuria alla Mostra di Venezia, provocatorio esempio di cinema nel cinema con il ciak spesso in primo piano e le sequenze che inquadrano l'operatore. Nel 1968, con La gaia scienza, violenta e amara critica alle istituzioni della società borghese, il regista esamina le possibilità rivoluzionarie del cinema e inaugura la sua fase 'militante', che prosegue con Amore e rabbia (1969) e si conclude con Crepa padrone, tutto va bene del 1972, analisi della classe intellettuale dopo i cambiamenti e le inevitabili delusioni del Sessantotto. Nel 1982 Jean-Luc Godard riceve a Venezia il Leone d'Oro alla carriera e l'anno successivo, sempre al Lido, ottiene il Leone d'Oro per il miglior film grazie a Prénom Carmen, che gli regala anche il primo grande successo di pubblico. Con il mistico Je vous salue, Marie (1984), Godard è di nuovo al centro del mirino delle polemiche con l'accusa di aver portato sullo schermo un film blasfemo e irriverente. Nel 1990, realizza Nouvelle Vague, lo infarcisce di citazioni e tenta ancora una volta di riportare l'immagine ai suoi significati più profondi. Nove anni più tardi torna dietro la macchina da presa per raccontare i momenti che scandiscano un amore in Eloge de l'amour, ambientato negli anni della guerra e della resistenza. Il suo ultimo film, The old place (2002), è presentato fuori concorso alla 55esima edizione del Festival di Cannes. (22 maggio 2002)