Tinto Brass

Giovanni Brass, in arte Tinto, nasce il 26 Marzo del 1933 a Milano. Giovanissimo si trasferisce a Venezia, dove ha modo di appassionarsi all'arte. A Padova si laurea in Giurisprudenza nel 1957, ma ben presto accantonerà la pergamena per dedicarsi al cinema, sua passione di sempre, lavorando per due anni come
archivista alla Cinémathéque di Parigi dove aderisce alla corrente della Nouvelle Vague.
Dopo l'esperienza parigina, Brass torna in Italia e Alberto Cavalcanti lo prende con sé come aiutoregista,
insegnandogli molti trucchi del mestiere. Successivamente lavora come assistente per Roberto Rossellini (Il generale Della Rovere, 1959) e Joris Ivens (L'Italia non è un paese povero,1960). In capo al mondo, il suo
esordio dietro la macchina da presa nel 1963, scandalizza e subisce le furie della censura per aver raccontato con assoluta anarchia i disagi di un giovane che stenta a integrarsi nella società. Per aggirare la censura, Tinto cambia il titolo in Chi lavora è perduto, rendendo la sua prima creatura una dello opere più
emblematiche e discusse di quel tempo.
Nel 1964 è la volta de Il disco volante, fiaba fantascientifica in cui recitano lo straordinario Alberto Sordi e Monica Vitti. Con Luigi Comencini e Mauro Bolognini firma due episodi de La mia signora: L'Uccellino e
L'Automobile. Sempre nel 1964gira un documentario sulla rivolta del movimento operaio Ça ira - Il fiume della rivolta, carrellata dei principali avvenimenti del Novecento.
Nel 1966 sperimenta un nuovo genere e produce lo spaghettiwestern Yankee – L'americano, ricercando uno stile, per sua stessa ammissione, vicino a quello del fumetto. Successivamente decide di concentrarsi sulla dimensione privata e più intima dell'individuo, portando alla luce la follia che vi risiede, follia intesa
come strumento e simbolo di ribellione. È con Salon Kitty del 1975 però, che l'erotismo diventa la chiave centrale che mette in moto l'azione. Intanto nel 1973 dirige in teatro Pranzo di famiglia di Roberto Lerici; nel 1979 realizza la ricostruzione storica Io, Caligola e nel 1980 affida le sue riflessioni sul rapporto tra arte e pornografia ad Action.
Nel 1983 la svolta con La chiave, che segna ufficialmente il passaggio alla commedia erotica. Trasposizione di un'opera del giapponese Tanizaki Jun'ichirô, il film è apprezzatissimo da pubblico e critica anche se femministe incallite e classi sociali tradizionaliste gli rimproverano di ostentare l'immagine di una donna-oggetto. Nel 1994 L'uomo che guarda, liberamente tratto da un romanzo controverso di Alberto Moravia, esce in tutte le sale con l'esplicito divieto per i minori di 18 anni per le numerose esibizioni di nudo. È
considerato il suo lungometraggio più spinto. Nel 1995 decide di girare l'autobiografico Fermo posta Tinto Brass in cui lui stesso recita accanto a Cinzia Roccaforte, che interpreta la sua sexy e formosa segretaria che gli legge le numerose lettere inviate dalle sue ammiratrici, in cui queste rivelano tutte le loro fantasie erotiche e piccanti avventure.
Nel gennaio 2002, la Cinémathèque Française di Parigi gli dedica un omaggioretrospettiva dal titolo Eloge de la chair (Elogio della carne), con la proiezione nella prestigiosa sala dei Grands Boulevards parigini di
10 dei suoi film. Nel 2006 viene a mancare sua moglie, Carla Cipriani (detta Tinta), sua assistente e collaboratrice nonché sua musa ispiratrice. Tra dicembre 2008 e gennaio 2009, si dedica alla regia di una serie di cortometraggi erotici destinati a SKY, riuniti nella collana tv Il favoloso mondo di Tinto Brass.
Ultima sorpresa è l'annuncio, nel 2010, del remake in 3D di Io, Caligola, dal titolo Chi ha ucciso
Caligola?.

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