Roberto Missiroli incontra gli studenti nell'ambito del ciclo "Parole di Cinema"
âIl montaggio al cinema è la continua ricerca di una buona tenuta emotiva del filmâ. Questa la definizione per Roberto Missiroli, uno dei più importanti montatori del cinema italiano ( ha montato, tra l'altro, i film di Marco Tullio Giordana). Davanti a una Sala Rossellini piena Missiroli dà vita a un serrato dibattito con il professor Augusto Sainati e gli studenti di cinema dell'Università Suor Orsola Benincasa per il terzo incontro di âParole di Cinemaâ, dopo la visione del film di Giacomo Campiotti del 1994, âCome due coccodrilliâ.
Il montatore del film esordisce subito non nascondendo la complessità del suo mestiere: âà molto complicato ragionare sul montaggio perché è il momento che più si cononde con la regiaâ. La chiave, per riconoscere un buon monatggio, per Missiroli è semplice: âQuando lo spettatore non lo nota: montare spesso significa riscrivere il film, per cui se chi lo guarda non se ne accorge significa che si è fatto un buon lavoroâ.
 A chi gli chiede cosa è cambiato nel passaggio dalla pellicola al digitale, Missiroli risponde, citando Marshall McLuhan: âSono convinto che gli strumenti modifichino sempre il linguaggio, per cui direi che molto è cambiato: le generazioni che sono nate col computer hanno una maggiore propensione al fare prima che al pensareâ. âIl montatoreâ â continua Missiroli â âè il primo spettatore del film ed essendo estraneo al meccanismo del set e delle riprese, può permettersi il lusso di essere spietato, scegliere le scene migliori, tagliare quando serve, per tenere sempre desta l'attenzione del pubblicoâ.