George Stevens

George Stevens

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Uno dei registi più sottovalutati di Hollywood grande, orchestratore di scene complicate e di film resi molto più semplici di quanto siano le sceneggiature, accanito perfezionista era forse l’Hitchcock del cinema drammatico ed epico. George nasce ad Oakland in California nel 1904 figlio di due attori teatrali: Georgie Cooper e Landers Stevens. Si trasferisce con loro e il fratello in California quando compie 18 anni, i suoi smettono di recitare e lui decide di intraprendere la carriera cinematografica. Contribuisce negli anni Venti a molte commedie del duo Stan Laurel & Oliver Hardy e nel 1934 esordisce, dopo innumerevoli cortometraggi, con "La grande festa" come regista sempre con la coppia Laurel & Hardy. In realtà a quel film mettono mano molti altri grandi registi non accreditati, da Sam Wood e Edmund Goulding ad Allan Dawn. Il primo film come unico regista avviene lo stesso anno con la commedia sentimentale "Bachelor Bait" per la RKO. Dal 1935 inizia una serie di film molto riusciti come "Primo amore" con Katherine Hepburn, "Follie d’inverno" con la coppia Fred Astaire e Ginger Rogers e "Una magnifica avventura" ancora con Astaire. Tra gli anni Trenta e i Quaranta dirige anche il celeberrimo "Gunga Din", flim di guerra e avventura con Cary Grant e Victor McLaglen e la stupenda commedia con Spencer Tracy e Katherine Hepburn "La donna del giorno" del 1942. Gli anni Cinquanta si aprono con "Il posto al sole", il suo capolavoro con "Il cavaliere della valle solitaria" del 1953 e Il gigante (con cui Stevens vince l’Oscar) del 1955. La bravura nel far recitare attori come Montgomery Clift, Allan Ladd, James Dean e Rock Hudson è indubitabile. Nel 1959 dirige anche il famosissimo e commovente "Il diario di Anna Franck", sulla bambina che scrisse il diario intimo sotto il terrore dei nazisti. Warren Beatty che interpretò con Liz Taylor il suo ultimo film "L’unico gioco in città" del 1970 lo ha sempre considerato il suo maestro di regia. Muore nel 1975

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