Al Pacino

Al Pacino

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Uno dei più grandi attori di tutti i tempi e forse quello più coerente della sua generazione, gli attori che hanno cominciato negli anni Settanta, più di Robert De Niro che con lui si contende il titolo del più grande attoredi tale periodo. Considerando anche la durata della carriera, visto che attori come Jack Nicholson che ora è in pensione, hanno iniziato negli anni Sessanta e De Niro ha iniziato più tardi di Pacino a raccogliere i frutti della celebrità. Pacino è anche uno dei pochi ad aver vinto i tre premi principali in fatto di recitazione, per tv, teatro e cinema. Ha vinto infatti sia un Emmy che un Tony che un Oscar, coloro che ci riescono vengono definiti “tripla corona della recitazione”. Alfredo James Pacino nasce nel 1940, il 25 aprile a New York nella zona est di Harlem da genitori siciliani: Salvatore e Rose. I due però divorziano quando Alfred ha solo due anni, così con la madre si trasferisce nel Bronx dai suoi genitori. Per coincidenza i nonni materni vengono da un paese che di nome fa Corleone (vedremo poi che grande coincidenza possa essere). Suo padre invece originario della provincia di Messina va in California e fa l’assicuratore e il ristoratore. Da adolescente aveva il soprannome di “Sonny”, voleva essere un giocatore di baseball e finì di andare a scuola all’etàè di 17 anni. Nel frattempo ha già cominciato da piccolo a bere e a fumare anche marjuana, ma mai nulla di pesante. Viene rifiutato all’Actor’s studio così frequenta l’Herbert Berghof Studio dove conosce il suo mentore e amico, l’attore Charlie Laughton (omonimo di nome ma ovviamente non il celebre attore inglese). Nel 1962 perde la madre e il nonno, unici due riferimenti per lui così resta senza casa, senza lavoro dormendo da amici oppure nella strada nei cinema o teatri. Riprova allora all’Actor’s studio dove venne finalmente accettato da Lee Strasberg che come Laughton ha a detta di Al, un gran peso sulla sua futura carriera. Tuttora è co presidente assieme a Ellen Burstyn e Harvery Keitel dell’actor’s studio. Nel 1967 comincia a fare teatro a Boston e debutta a New York il 17 gennaio del 1968. Poi incontra Martin Bregman che diventa il suo manager. Arriva in turné anche in Italia a Spoleto. Nel 1969 vince il primo Tony Award per il teatro (ne vincerà un altro negli anni Settanta). Lo stesso anno debutta al cinema in una piccola parte del film "Me, Natalie" con Patty Duke. La prima grande interpretazione cinematografica arriva con il ruolo del drogato di "Panico" a Needle Park, meriterebbe già un Oscar invece il film concorre alla Palma d’oro ed è l’attrice Kitty Winn che vince il premio a Cannes ma la sua carriera da lì in poi sarà sfortunata e Kitty verrà dimenticata ingiustamente, forse il ruolo come tossicodipendente l’aveva marchiata. Sonny invece viene notato da Francis Ford Coppola che lo vuole ne "Il Padrino" nel ruolo di Michael Corleone (come il paese natale dei nonni materni). Vengono messi da parte Jack Nicholson, Robert Redford, Warren Beatty e perfino Robert De Niro cerca di avere il ruolo senza riuscirci. Destino che poi avrebbe avuto un ruolo più piccolo e avrebbe vinto l’Oscar prima di Al (ragione questa anche della rivalità perenne tra i due). Curiosa decisione dell’Academy degli Oscar quella di nominare come migliore attore Marlon Brando che fa una breve parte e nominare Al Pacino come attore non protagonista. Risultato: doppio boicottaggio, Pacino è offeso e non va, Marlon Brando lo vince e non lo accetta non andando per promuovere la causa dei nativi americani. Da questo punto in poi non si contano le volte che Pacino meriterebbe l’Oscar, partendo da "Lo spaventapasseri" a "Serpico", da "Un pomeriggio di un giorno da cani" e "Crusing" e "…E giustizia per tutti" (film osteggiato, sottovalutato ma è poi diventato un cult diretto da William Friedkin). Al non ha paura di fare una parte che potrebbe nuocergli, ha un grande coraggio e professionismo da vendere. Negli anni Ottanta poi ci sono "Scarface" di De Palma e "Papà sei una frana" (terribile titolo italiano di "Author! Author!") una commedia brillante . Nel 1990 gira anche un bellissimo mediometraggio, "The local stigmatic" della durata di un’ora che verrà riscoperto molto più tardi. Gli anni Novanta sono ancora più importanti per Al con una serie di colpi ben assestati: la terza parte del "Padrino", "Dick Tracy", "Americani", "Profumo di donna" (finalmente Oscar per lui), "Carlito’s way", "Heat" (con Robert De Niro ma non recitano mai insieme) e "Donnie Brasco" solo per citare i più celebri. Nello stesso decennio debutta con "Riccardo III" alla regia nel 1996 e ripete l’esperimento egregiamente nel 2000 con il bellissimo e misconosciuto "Chinese coffee". La carriera ha poi proseguito fino ad ora, nel 2011 un’altra regia "Wilde Salome" e poi altra grande interpretazione in "Phil Spector" film televisivo del 2013 per cui non vince l’Emmy a causa di due precedenti statuette avute in occasione della partecipazione a "Angels in America" di Mike Nichols e soprattutto come protagonista di "You don’t know Jack" – "Il dottor morte" di Barry Levinson. Un attore per tutte le stagioni che come Harvey Keitel ha centellinato le parti economicamente vantaggiose in favore di un cinema d’autore. Non solo al contrario di De Niro ha sempre continuato a recitare a teatro e in televisione. L’attore completo per eccellenza.

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