Formia è una città piccola, una stretta lingua di terra schiacciata tra mare e montagne. Formia si può percorrere solo in due direzioni: avanti e indietro. Così le vite dei quattro ragazzi protagonisti: lo spazio in cui possono muoversi è angusto, le prospettive limitate. Vittime di un paese vecchio che concede loro poco e della peggiore crisi economica degli ultimi ottant’anni, i quattro sono complici di questa situazione. Carnefici e vittime, contemporaneamente. Incapaci di desiderare e pretendere, sono sempre cortesi, chiedono permesso. Forse i divani dei genitori sono troppo comodi, e stanno lì sdraiati, sforzandosi quel poco che basta per dire: ci ho provato. Forse. Perché poi il malessere torna fuori prepotente insieme alla necessità di trovare una strada, uno scopo, qualcosa per cui lottare. Un’idea come un’altra. Non importa.