Titolo internazionale:
The great mother dreaming
Attraverso luoghi della memoria confinati nell’oblio, l’energia primordiale della Grande Madre
obbliga la città di
Avellino a cominciare l’esplorazione della propria dimensione psicologica in un onirigramma che fa
del terremoto il paradigma indiziario della Città. La katastrophé diventa l’archetipo narrativo che
per i suoi contenuti simbolici è usata come metafora del passaggio alla morte che, per
ribaltamento, è il passaggio alla vita. In questo senso, il richiamo all’energia primordiale della
Terra diventa l’invocazione al cambiamento che la città rivolge alla Grande Madre, per combattere
l’angoscia di non essere più, o di non essere ancora al mondo.